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Scrivere per rileggersi
Tre regole vitali che ho imparato e applicato praticando l'arte del journaling per oltre quindici anni.
Da tempo si parla di journaling e dei benefici che abbiamo consolidando l'abitudine di scrivere quotidianamente.
Quando ero giovane si diceva "tenere un diario" e nel farlo ci si riferiva perlopiù a un'attività adolescenziale, utile per annotare le prime esperienze emotivamente di impatto. Non c'era il riferimento all'abitudine a scrivere quotidianamente da adulti e non si facevano discussioni, teorie e ipotesi sull'utilità pratica e psicologica.
Ad ogni modo, per ragioni diverse da solleciti esterni, pratico l'attività del journaling da almeno quindici anni. In un arco di tempo così lungo va da sé che i "contenitori" che ho utilizzato siano cambiati più volte nel tempo (seppur - con lungimiranza - io abbia scelto fin dall'inizio di prendere appunti esclusivamente in formato digitale).
Ho utilizzato diversi sistemi, app, progetti e metodologie per scrivere e ho dedicato due mesi, ultimamente, ad esportare ogni mio singolo contenuto prodotto in quasi due decenni, riformattarlo come semplice file di testo, uniformarlo a tutti gli altri, rinominarlo affinché riportasse la data di creazione nel nome del file, e infine archiviarlo in un sistema integrato e personalizzato che - perlomeno nelle intenzioni - potrebbe durare "per sempre", perché finalmente indipendente da qualsiasi app o piattaforma (parliamo di diverse migliaia di file di testo da fonti differenti: non è stato semplice, ma andava fatto).
Nulla è stato escluso: tutti i miei post sul blog ➚ provenienti dal sito ufficiale, i contenuti di questa Community, ogni singola parola registrata per il podcast ➚ e - soprattutto, tutte le note quotidiane che ho scritto per anni e anni.
La parte più preziosa del journaling, infatti, risiede proprio in questo.
Abituarsi a scrivere una nota, un appunto, una veloce riflessione quotidianamente. Il valore che puoi generare con un'attività del genere è incalcolabile: te ne renderai conto solo in futuro e più tardi in questo post nel parleremo.
Il mio sistema attuale prevede due momenti precisi della giornata:
Ogni mattino - prima di iniziare le attività lavorative - compilo un template in cui mi focalizzato su ciò che mi rende grato nel momento che sto vivendo. Parlo proprio "dell'adesso", ora. Rispondo anche a domande che suonano così: che cosa ho fatto ieri che avrei potuto fare meglio? In che cosa posso migliorare?
Ogni sera scrivo la mia daily note: poche righe per fissare i momenti chiave della giornata vissuta e - se c'è - una breve riflessione a riguardo.
Non esiste, in questa abitudine, la scusa del "non ho tempo": i due punti qui sopra si prendono appena tre minuti ogni ventiquattro ore. Se vuoi farlo, quindi, lo fai.
Oggi ho migliaia di note scritte che seguono questo schema, organizzate e archiviate una per una (qui vedi uno screenshot preso dal mio archivio mentre stavo riorganizzando le note degli anni passati).
I tre punti chiave per fare journaling creando valore per te
Non importa che cosa scrivi ogni giorno, ma importano tantissimo le regole che segui quando lo fai. Ecco perché voglio condividerti le mie, frutto di molti anni di pratica, sicuro che saprai farne buon uso.
1. SOLO PER TE
Quando scrivi, fallo con una certezza in mente: nessuno, in nessun luogo e in nessun tempo, leggerà mai quello che stai producendo. Questo punto è vitale. Se scrivi con in mente anche solo l'ombra del pensiero di farlo per qualcun altro, questo influenzerà il contenuto e non potrai essere completamente vero.
Bisogna scrivere senza vergogna. È necessario confessarsi, scavare, dire tutto anche in modo brutale se occorre. Sì, anche quello che non diresti mai a nessuno di persona. Il valore di quello che stai facendo risiede quasi tutto qui: nell'onestà che riesci a mettere su carta, vera o virtuale che sia.
Per anni ho scritto per farmi leggere e a volte lo faccio ancora. Come in questo momento: so che centinaia di persone entreranno in contatto con queste parole e potenzialmente un giorno potrebbero essere di più e questo per forza influenza che cosa scrivo e come lo faccio.
Ma quando produco le mie daily notes, il discorso è diverso. Nessuno nel mio ambiente o fuori da esso potrà mai averne accesso. Non sarà mia moglie, non saranno le mie figlie, non saranno gli amici e tantomeno degli estranei. Per ognuno di loro ho da parte parole scritte che saprò distribuire quando sarà il momento, ma quelle che scrivo nel mio diario quotidiano sono per me e solo per me e ho dei sistemi per assicurarmi che le cose restino così di cui mi fido ciecamente.
In questo modo, e solo in questo, io sono totalmente libero di esprimermi.
2. SISTEMATICITÀ
Scrivo ogni giorno. Non scrivo quando ho voglia perché non si tratta di produrre qualcosa per un progetto con una scadenza, nel quale puoi gestirti i tempi come meglio credi visto che l'importante è terminare entro il momento concordato. Qui, il tempo concordato è ogni sera. Quindi ogni sera devo avere prodotto la mia nota del giorno.
Mi è capitato di saltarne qualcuno? Nel 2024, finora, ho scritto 341 note e oggi è il 18 dicembre: sono trascorsi 352 giorni dal suo inizio. Vuol dire che ho scritto una nota quotidiana nel 97% delle giornate.
Qualche volta (mediamente una al mese) non l'ho fatto: magari sono rincasato troppo tardi e sono andato a dormire dimenticandomene, magari la serata è stata molto intensa e mi sono distratto, insomma può succedere.
Ma se compi un'azione quotidiana il 97% dei giorni in cui dovresti farla, puoi ben considerarla un'abitudine radicata. Punterò ovviamente a migliorare.
Ciò che mi preme farti sapere è che è necessario essere sistematici, organizzandoti come meglio credi (app per tracciare l'abitudine, promemoria, altri sistemi...) e anticipando eventuali ostacoli. Se so che avrò una serata impegnativa scrivo la mia nota del giorno senza attendere che sia ora di dormire, a volte l'ho fatto a fine pomeriggio ad esempio.
Il tema è semplice: difendere questa abitudine con estrema dedizione.
3. RICHIAMARE IL PASSATO, OGNI GIORNO
La terza regola è la più importante ed è quella che consente all'intera pratica del journaling di esprimere il suo massimo valore.
Devi creare un sistema di recupero degli appunti del passato.
Io ho scelto di rileggere ogni mattina tutte le note che ho scritto nella stessa data degli anni precedenti.
Quando apro il mio sistema di scrittura per compilare il template di cui ti dicevo prima, questo è quello che trovo. La tabella si auto-popola automaticamente:
Seleziono ogni titolo proposto e rileggo quello che scrivevo, oggi, tre anni fa. Nove anni fa. Dieci e dodici anni fa.
Ogni mattino - naturalmente - mi vengono proposti contenuti diversi perché la data del giorno è cambiata e francamente non vedo l'ora di rileggermi.
Dove mi trovavo il 18 dicembre 2012? Che cosa stavo facendo? Con chi ero?
E soprattutto: quali erano i miei pensieri dominanti? Per che cosa ero grato? Che cosa mi preoccupava?
Ecco perché prima ti parlavo di creare valore con le note quotidiane: riesci a capire che più passa il tempo più per me sarà importante avere risposta a queste domande?
Leggere ciò che scrivevo uno o due decenni fa mi permette di tenere traccia di come sono cambiato, l'evoluzione che c'è stata, quali idee sono diverse, quali problemi non ancora risolti si sono riproposti. Riesco ad avere una misura attendibile della strada percorsa, dei confini che si sono spostati, degli schemi che si ripetono e di molto altro, della mia crescita, dei miei errori, dei miei miglioramenti. È la cronaca, la storia della mia vita.
Tutto questo ha chiaramente enorme valore e ogni giorno sono grato di avere appuntato, con costanza e precisione, l'andamento delle mie giornate che sono alle spalle ormai da tanto tempo e che - altrimenti - avrei dimenticato, seppellendo nei ricordi i loro insegnamenti.
Anzi, avrei voluto cominciare prima, idealmente sarebbe stato fantastico farlo fin da ragazzo. Ma mi accontento di avere iniziato attorno ai miei trent'anni di avere così oggi una traccia della mia vita e di tutto ciò che è cambiato (o che sono riuscito a cambiare) da allora ad oggi.
Questo è ciò che so sul journaling e che ho sperimentato negli anni. Non è mai tardi per cominciare e - sebbene io sia un po' fanatico a livello di organizzazione e archiviazione - in realtà il sistema che usi non è poi fondamentale.
Se fosse carta, andrebbe bene lo stesso. Se fossero file e ti piacesse nominarli diversamente, anche.
Questo è solo il mio contenitore, il sistema che ho scelto, il metodo.
Ciò che davvero conta è il rispetto di quelle tre regole: scrivi per te e solo per te, fallo ogni giorno, rileggiti quotidianamente.
Imparerai molto, rifletterai ancora di più.