Pensieri scomodi, pensieri rassicuranti

Da quanto tempo non ti fermi veramente per pensare in modo attivo e magari anche... scomodo?

Un paio di giorni fa mi sono fermato a riflettere su una domanda semplice, banale, sentita e risentita. E proprio per questo, sottovalutata.

Un amico - parlando di un tema leggero e personale - mi ha chiesto: "Ci hai pensato veramente?"

A una domanda del genere quasi nessuno risponde: "No". E ciascuno ritiene di "pensare" a sufficienza.

Però, rallentando il ragionamento, ingrandendolo e soffermandosi un pochino, questa domanda può diventare qualcosa di più interessante. 

Infatti se ora io ti chiedessi: "Da quanto tempo non ti prendi uno spazio e un momento tutto tuo per pensare davvero?", tu che cosa mi risponderesti?

Hai davvero "pensato" oggi? E ieri? E una settimana fa? Con sincerità, stabilisci da quanto tempo non lo fai.

Oppure ultimamente... hai semplicemente rimuginato e reimpastato concetti e idee che avevi già in testa, ripetuto ragionamenti che hai già espresso, ripercorso gli stessi collegamenti tra i tuoi neuroni?

Con pensare io intendo un processo attivo, creativo, di cui sei protagonista e non spettatore. 

E mentre... pensavo a tutto questo ho notato una distinzione significativa.

Tutte le volte in cui generiamo pensieri ricorrenti, che abbiamo già fatto, che confermano quanto già crediamo... questi sono rassicuranti. D'altra parte, al cervello non piace essere smentito, quindi ben vengano conferme, ripetizioni, rinforzi.

Però possiamo fare anche pensieri diversi. Quelli che oggi mi piace chiamare scomodi. Un pensiero scomodo è un pensiero che mette in discussione, smonta, rivede, riformula, dubita. È un pensiero che crea una certa dose di disagio, perché obbliga a rianalizzare e contiene in sé - implicitamente - la possibilità di essersi sbagliati.

Quindi non solo dobbiamo riconoscere di non prenderci molto tempo per pensare davvero, attivamente.

Ma anche ammettere che - quando lo facciamo - automaticamente siamo attratti dal pensiero comodo, rassicurante.

Facciamo un patto, adesso.

La prossima volta che ti viene in mente un pensiero che ti mette un po' a disagio... proprio quello che non vorresti ascoltare. Quello critico, che ti pone in una posizione scomoda. 

Ecco... non lo liquidare.

Fermati un secondo. Rallenta. Analizzalo e lascia che si espanda, che metta radici.

 Ti stupirai - e questa è una promessa - di dove tutto questo ti saprà condurre...