Maturiamo con i danni, non con gli anni

Si cresce principalmente grazie ai calci nel culo

Nell'oggetto di questo aggiornamento per la Community trovi una traduzione italiana forse non eccezionale, che però ha il merito di rendere l'idea. Ho deciso di scriverne perché penso sia utile condividerlo.

Non è il tempo che passa a farci crescere.

Non è l'età a farci maturare.Ci riescono molto meglio le ferite, i problemi, i dolori, i casini, le complicazioni che abbiamo risolto.

 Quando ero giovane, molto giovane, nei rari momenti seri trascorsi con gli amici, ho ricordi di me stesso che diceva "cresciamo solo a calci nel c..o", e non potevo immaginare quanto fossi, quasi trent'anni fa, vicino alla verità.

Non si tratta, tuttavia, solo di questo.

A volte vengo contattato da persone che vedono nel coaching uno strumento per cambiare la qualità delle proprie relazioni con le altre persone.

La logica del ragionamento è lineare e funziona: se imparo a presentarmi meglio, se apprendo come comunicare meglio, se riesco a gestire i dialoghi con una certa abilità e in generale le situazioni con fermezza e capacità di restare lucido e non farmi sopraffare dalle emozioni, allora le mie relazioni - sia personali sia lavorative - possono migliorare.

È vero, infatti.

Ed è vero nella misura in cui riusciamo anche a stamparci in testa quella frase scritta così bene là sopra.

 "You realize that how people treat you is more about them and less about you."

Cioè, tu maturi quando realizzi che il modo in cui le persone ti trattano ha più a che fare con loro stessi che con te.

Sai che cosa significa?

Che a dispetto di ogni tua abilità, comunicativa o no, a dispetto di ogni tuo desiderio o intento, di ogni convinzione che hai o autoimmagine che coltivi, di ogni confine che vuoi imporre, le altre persone avranno comunque l'ultima parola sul modo in cui si comportano con te. 

Questo perché, alla fine, le persone sono libere. Le cose funzionano così ed è giusto che sia così.

Ovviamente non è un motivo valido per smettere di porli, i confini. Di sviluppare la comunicazione. Di migliorare la proposizione della tua persona. Di insistere affinché i tuoi principi siano rispettati e anche - se è il caso - di arrabbiarti con chi non lo fa.

Tutto questo va bene, ma sempre ricordando che - alla fine - l'ultima parola non è la tua. E che a volte, invece di gestire a tutti i costi, è molto più saggio e semplice un'altra decisione.

Allontanarsi. E scegliere di avere accanto altre persone.