Più impari e più capisci di non sapere

A mano a mano che la tua conoscenza cresce, ti accorgi che è sempre di più ciò che non sai. È il paradosso dell'apprendimento.

Uno dei paradossi della vita è che più impari più ti rendi conto di non sapere.

La conoscenza è un fatto curioso e il paradosso funziona anche al contrario: meno sai meno sei consapevole della tua ignoranza (e forse, a tratti, vivi anche meglio 🙂).

La traiettoria non così comune che ha seguito la mia esistenza finora mi ha posto spesso davanti alla necessità di apprendere. Velocemente e in modo efficace. Succede anche adesso che ho 44 anni suonati e ho praticamente rivoluzionato l'area della mia professione: ogni giorno sono davanti a cose che non conosco.

Non le ho mai viste, non so che cosa siano, anche solo per capirne l'ambito sono costretto a partire da zero. 

È faticoso, a volte desolante, ma poi piano piano la nebbia si dipana e una linea immaginaria collega i puntini. È lì che inizio a comprendere.

Subito dopo arriva la solita potente domanda, ormai compagna di una vita: "Quante altre cose non conosco?"

Ti racconto una cosa che lega antipatici insetti estivi, la tundra dell'artico e le renne. 

Ingenuamente, ho pensato per anni che le zanzare fossero un tormento inutile e dannoso. Sospettavo che la natura non le avesse messe al mondo per niente, ma ogni tentativo di collocarle in modo sensato in un contesto di utilità falliva.

Poi ho scoperto (studiando, appunto) che in alcune zone del mondo sono così numerose e aggressive da essere in grado di uccidere animali di media taglia, che se ci pensi è un fatto pazzesco.

Ad esempio, nella tundra delle regioni subartiche le zanzare, in estate, aggrediscono le renne in modo organizzato.

Queste ultime, ovviamente, non stanno a guardare e - per liberarsi dalle punture e dal rischio che implicano - corrono nel vento. Le aree ventose, infatti, favoriscono la dispersione degli insetti.

Vento più corsa uguale libertà dalle zanzare.

Ma i territori con area più stagnante e umida, in estate, sono poveri di vento e rendono non funzionale questa strategia di sopravvivenza.

Quindi che cosa fanno le renne? Si spostano e vanno a correre altrove.

Questo permette alla vegetazione delle aree umide di crescere e prosperare senza essere distrutta dai loro zoccoli e dalle loro scorribande.

In pratica, se non ci fossero le zanzare a tormentare le renne, la biodiversità di larghi spazi di quelle zone sarebbe fortemente ridotta e il paesaggio risulterebbe completamente differente.

Quando ho finito di leggere questa storia la mia ignoranza se la rideva di gusto dentro di me, perché si sentiva grande e forte.

E aveva ragione.