Il coraggio di essere "te"

Se ancora non lo avessi notato (...) questa newsletter non ha una cadenza periodica.

Non la ricevi ogni martedì alle 7:00 oppure il primo giovedì del mese perché non la scrivo con l'obiettivo di educarti ai miei contenuti. È uno dei pochissimi contributi istintivi che mi concedo di condividere (tradotto: la scrivo quando ne ho voglia 😉) e questo - se da una parte rende random il suo effetto su chi legge - dall'altra per te è una garanzia di autenticità

Ora, guarda questa fotografia:

Me l'hanno scattata sabato scorso mentre ero impegnato a partecipare online a una parte di un corso piuttosto ricco e intenso, tenuto da un'altra azienda del settore.

Nel corso vengono illustrati alcuni aspetti della mentalità e molte strategie e abilità che servono per lavorare come consulente, nello specifico nel mondo del coaching professionale.

Quella di sabato è stata l'ottava edizione da quando il corso esiste e sono stato chiamato come ospite per portare la mia esperienza in ogni data tenuta in passato. Non ho mancato un appuntamento e tutte le volte ricevo ottimi feedback da parte di chi prende parte al corso.

Perché questo succede?

Posso sbagliarmi, ma credo che - così come avviene per il Podcast che ha numeri e gradimento in continua ascesa - i miei interventi siano così graditi perché dico la verità e, più nello specifico, parlo di ciò che veramente faccio ogni santo giorno della mia vita.

Racconto cosa accade durante le mie sessioni di coaching, quali temi affrontiamo con i clienti, che tipo di dinamiche gestisco dentro le aziende e in che modo mettiamo in pratica le soluzioni.

E, soprattutto, non mi faccio problemi a raccontare che cosa non funziona, quali errori commetto, ciò che butto via delle mie procedure perché non mi dà il risultato voluto.

Il podcast è un po' come un ideale profilo Instagram dove - invece di scattarti 30 selfie per arrivare a pubblicare quello giusto che comunque non va online se prima non applichi tre filtri, cinque correzioni e dodici altre diavolerie grafiche - sparo la prima foto della mia vita e del mio lavoro che viene fuori.

Questo essere autentico arriva alle persone. E in un mondo dove mostrarsi meglio di come si è davvero e di come ci si sente è la regola, oltretutto ti permette di distinguerti.

Se non ti distingui, non esisti. 

Se non ti distingui sei invisibile.

Come scrivo e dico da tempo in aula, l'era dei superuomini e superdonne che non devono chiedere mai è... finita

C'è troppa distanza tra le vite perfette e patinate di trainer e coach che vivono a Dubai, fisicati come da copione, circondati da bellissime persone, pieni di denaro e noi che facciamo la coda in tangenziale a Torino correndo dal Cliente che ci chiede una sessione urgente di consulenza.


Nessuno si identifica più in questi finti modelli. 

Per fortuna. 

Quindi che cosa aspetti? Mostra chi sei.

Qualunque sia l'ambito in cui stai lavorando oggi.

Sii vero. Sii vera.

Dì la tua.

Rispetta le tue idee e onorale scrivendo di quelle, non ripetere a pappagallo quello che credi che gli altri vogliano sentirsi dire.

È l'unica possibilità che hai perché qualcuno ti noti e si ricordi di te.

È l'unica via per non essere invisibile.

Ed è anche il solo modo per rappresentare davvero una risorsa di valore per qualcun altro.