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Conquistare la serenità
Vivere sereni è più importante di molto altro che a volte crediamo essere necessario: il successo, il denaro, la felicità. Per questo sulla propria serenità bisogna investire e lavorare, eventualmente anche per anni. Ecco che cosa ho scelto di fare io.
Il titolo del post poteva essere una domanda, ma ho scelto di lasciarlo come l'hai letto.
Ho 45 anni e mezzo e - oggi - sono un uomo oggettivamente sereno.
Per me la serenità è più importante di tanta merce di scambio che vedi là fuori: la felicità, ad esempio. O il denaro. Oppure ancora il successo.
La serenità sta sopra tutto questo.
Se non sei sereno, d'altra parte, è complicato essere felice.
Se non sei sereno, il denaro paradossalmente ti agita.
Se non sei sereno, avere successo è persino un problema in più, perché non ti permette di dedicarti a ciò che va prima sistemato.
La penso così da decenni ed è questo il motivo per cui ho investito tanto tempo ed energia nel conquistare una condizione di serenità.
Ho investito sulle mie relazioni, molto. Curo i rapporti con gli amici più cari, con le mie figlie, con mia moglie, con l'atteggiamento che si ha quando ciò che si cura è delicato e prezioso. So benissimo che sono miei pilastri, che farne a meno renderebbe sgradevole il resto della mia vita. Lo faccio per questo.
Come si fa a vivere sereni"?
Bisogna partire da un'idea, un concetto. La vita non solo è impermanente, cioè soggetta a continui cambiamenti (che, a ben vedere, sono divertenti perché rendono il futuro meritevole di curiosità e non di noia), ma è anche imprevedibile.
Non possiamo controllare tutto: abbiamo vissuto, viviamo e vivremo una condizione di perenne incertezza.
Con questa idea bisogna fare i conti e procedere attraverso due azioni: da una parte c'è l'accettazione di questo stato di cose. Prima renderci conto e poi mandare giù il fatto che la nostra vita sfugge in parte al nostro controllo. In un certo senso, gli eventi sono più forti di noi, hanno più potere. Se decidono di cambiare qualcosa, anche in modo radicale, lo fanno e basta: non chiedono certo il permesso.
Quando riesci ad accettare questa dura verità, fai un primo passo verso la tua serenità. Un passo necessario ma non risolutivo.
Se non hai ancora fatto i conti con questo stato di cose (l'impermanenza della tua vita) devi prima di tutto partire da qui. Smettere di pensare che tutto andrà come sogni, credi e speri: non sarà così e questo è certo. La nostra abilità sta nel creare una vita che assomigli il più possibile al nostro progetto. Non si può quantificare quanto, è soggettivo, ma il punto penso sia chiaro. Deve assomigliargli.
Ma la realtà sarà, comunque vada, diversa dal sogno.
Poi c'è il secondo passo, che è meno filosofico e mentale, perché più concreto.
Per essere e vivere sereno puoi fare, ogni giorno, azioni che controlli. Questa volta sì... adesso possiamo parlare di controllo.

Tra le varie abitudini di scrittura che coltivo ce n'è una che pratico ogni mattino e che - se vuoi - puoi provare per un po' a seguire anche tu.
Scrivo una lista di punti brevi e chiari che rispondano a questa domanda: "Che cosa renderebbe oggi un giorno grandioso?"
Mi impegno per essere realistico, ma non cinico, non troppo freddo. Un po', è una lista di desideri, di speranze.
E perché sia equilibrata, affianco ogni punto scritto con un pallino colorato (ho una scorciatoia da tastiera che lo genera per rendere la scrittura fluida e non interromperla). Il pallino può essere verde, giallo o rosso, come è un semaforo.
Se è rosso, significa che il punto scritto è del tutto al di fuori del mio controllo. Se ad esempio fosse questo:
Godermi la vista di un gran temporale mentre bevo una tazza di caffè dietro la mia finestra
dovrei aggiungere dopo "finestra" un pallino rosso. Così: 🔴
Non decido io se ci sarà un temporale, ovviamente. Mi piacerebbe? Sì, lo sto scrivendo infatti. Accadrà? Non lo so e non posso farci niente. Quindi: 🔴
Il pallino giallo affianca invece i punti che dipendono in parte da me, ma del cui effettivo realizzarsi non posso essere sicuro. In pratica, posso influenzare il risultato ma non posso essere certo che tutto andrà come vorrei. Come in questo caso:
Gustare una cena tranquilla e piacevole in famiglia 🟡
Perché giallo? Be'... magari questa sera non ci riusciremo a cenare in tranquillità. Magari qualcuno di noi farà tardi. Magari mia figlia sarà nervosa per un avvenimento a scuola. La verità è che non lo posso sapere. Darò certamente il mio contributo, impegnandomi per portare tranquillità a casa, ma potrebbe non bastare.
Poi ci sono i pallini verdi. Quelli che scrivo affianco a ciò che so per certo di poter fare. Ecco qualche idea:
Alimentarmi secondo le regole che mi sono dato, non sgarrare 🟢
Giocare con mia figlia prima che vada a dormire 🟢
Scrivere un articolo per la Community 🟢
Non usare l'iPhone dopo cena 🟢
Allenarmi forte in palestra 🟢
Queste azioni non falliscono, se voglio farle. È particolarmente improbabile che qualcosa che non controllo mi impedisca letteralmente di compierle. Ricorda: non sono obiettivi, quindi è ammesso essere un po' vaghi (allenarsi forte può voler dire tante cose diverse per ognuno). Non è necessaria la precisione e concretezza che usiamo quando definiamo obiettivi: qui si tratta di andare veloci, scaricare a terra una lista in pochi minuti, e valutarla con un pallino colorato.
Io so che, compiendo quelle azioni, la mia giornata sarà ottima, soddisfacente, andrò a dormire sereno e felice, e so anche un'altra cosa: che tutto quell'agire dipende da me.
Seguo questo schema da diversi anni e ultimamente mi rendo conto che la mia lista è sempre più popolata di pallini verdi. Ogni tanto, c'è qualche giallo. Non ci sono mai o quasi mai pallini rossi.
Ecco da dove viene gran parte della mia serenità.
Avere il focus su ciò che posso controllare e trascorrere il tempo che mi è concesso a farlo. Non ho tempo di pensare al resto, che viene automaticamente "lasciato andare".
Qualche volta, un pallino giallo si verifica. Qualche altra, più raramente, anche uno rosso. Naturalmente ne sono contento, ma quella si chiama fortuna, perlomeno io la definisco così. Non ho meriti, non posso replicarlo, è stato un caso. Si ringrazia e si porta a casa, ma non si basa certo la propria serenità su questo, che è imponderabile.
La mia mente è abituata, ormai, a produrre una lista di "pallini verdi". Dopodiché, se ne occupa per tutto il giorno per fare in modo che si verifichino.
Quando arriva sera, alla fine, sto bene e sono soddisfatto.
Quando trascorrono così settimane e poi mesi, quella soddisfazione quotidiana diventa serenità.
Se accadrà di vivere anni sereni, infine, credo che potrò arrivare alla fine del viaggio e - guardandomi alle spalle - riconoscere di avere vissuto la vita come volevo fare e come meritava di essere fatto.